La corte d’Appello del Tribunale Misure di prevenzione ha confiscato la villa di via Salgari a Cuorgnè appartenuta a Giovanni Iaria, condannato a sette anni e quattro mesi in primo grado nell'ambito del processo Minotauro contro la 'ndrangheta in Canavese. Iaria è morto d’infarto il 20 novembre del 2013 nella sezione alta sicurezza del carcere di Asti dove stava scontando la condanna. Aveva 65 anni. Fu assessore a Cuorgnè oltre che vicepresidente provinciale del Psi. Originario di Condofuri, una volta a Cuorgnè aveva iniziato a lavorare come imprenditore edile. Il coinvolgimento di Giovanni Iaria venne a galla proprio grazie all'inchiesta Minotauro dove, in primo grado, fu condannato con rito abbreviato per associazione a delinquere di stampo mafioso.
 
Secondo la corte d'Appello di Torino che si pronunciò sul ricorso presentato dalla famiglia, Iaria, invece, avrebbe fatto parte della ‘ndrangheta in Canavese dal 2000, «ma non risultano indicazioni che dimostrerebbero la contiguità del boss con ambienti criminali in epoca precedente, gli anni Settanta, ossia quando vennero edificati gli immobili oggetto di confisca». Da qui la decisione, nel 2015, di restituire agli eredi parte del patrimonio dell'uomo, compresa la villa di via Salgari. Ora un'altra corte ha ribaltato quella decisione, almeno per quel che riguarda la villa, ora confiscata.
 
Si tratta della seconda abitazione confiscata post Minotauro agli Iaria dopo l'operazione Minotauro. L'altra villa, di proprietà del nipote Bruno, è passata al Comune di Cuorgnè. Sarebbe dovuta diventare un centro d'accoglienza ma, per il momento, i lavori procedono a rilento.