BOSCONERO - Anche se si respira un cauto ottimismo, in base agli ultimi dati forniti ieri dalla Regione, restano molte criticità nella gestione dell'emergenza coronavirus nelle case di riposo del Canavese. E' quanto i sindaci hanno ribadito ieri nel corso di un incontro in videoconferenza con il prefetto di Torino, Claudio Palomba.

«Come anche lamentato da altri colleghi sindaci, purtroppo l'aumento del numero dei tamponi eseguiti dalle varie Asl ha reso più difficoltosa la comunicazione dei dati in forma aggregata e in forma singola ai Comuni - spiega il sindaco di Bosconero, Paola Forneris - per fare solo alcuni esempi sulle tabelle risultano dati doppi (lo stesso paziente positivo caricato due volte sulla stessa tabella), nominativi di persone non residenti e non domiciliate nel nostro Comune, nominativi di operatori della Casa di Riposo che risiedono in altro comune, nominativi di persone delle quali non è riportato l'esito del tampone, nominativi di persone che non sono mai state sottoposte a esame con tampone». Questo comporta ampi discostamenti nei dati ufficiali forniti dall'unità di crisi della Regione.

«L'insieme di queste "anomalie" descrive la situazione nella quale i sindaci si trovano a dover decifrare le informazioni da comunicare alla cittadinanza - aggiunge il sindaco di Bosconero - ho nuovamente sollecitato risposte chiare in merito alle criticità sopra elencate. Il mio appello è stato sostenuto anche dagli altri sindaci partecipanti alla riunione; il prefetto si è fatto carico della richiesta e ha dato mandato alla Regione perché affronti in tempi rapidi la questione e dia risposte certe». Dello stesso avviso il sindaco di Rivarolo Canavese, Alberto Rostagno, che sottolinea, però, anche l'assenza di tamponi in molte strutture per anziani: «Ho partecipato ad una video conferenza con il Prefetto di Torino, il Vice Sindaco metropolitano, i rappresentanti della Regione, alcuni Sindaci del territorio e i direttori delle RSA provinciali. Ho ribadito, la richiesta, già avanzata più e più volte, della necessità dell’esecuzione dei tamponi a tutti gli ospiti e agli operatori delle strutture residenziali».

A Bairo, dove la Rsa è già finita nel mirino della procura di Ivrea, il sindaco Claudio Succio ha definito con il direttore della struttura per anziani che gli operatori sanitari che operano non accedono nelle strutture commerciali del Comune per evitare psicosi e potenziali contagi. «Rimaniamo in attesa dei tamponi ai ricoverati e a tutti gli operatori sanitari che lavorano in apprensione ma protetti come è stato dichiarato dai responsabili della residenza. È stato proposto dal Comune di Bairo di far lavorare tutti gli operatori sanitari delle strutture senza uscire dalle strutture stesse per evitare contagi ma, per adesso, non si è trovato un accordo». Ieri la procura ha dato mandato ai carabinieri del Nas di verificare la situazione in otto strutture per anziani nell'Asl To4. Tra queste figura anche quella di Bairo.