CANAVESE - Quattro sentenze, stesso verdetto: la vestizione è tempo di lavoro e deve essere retribuito. L’Asl To4 sarà costretta a risarcire quattro dipendenti dell’azienda sanitaria a seguito delle sentenze del Tribunale di Ivrea che in questi giorni ha accolto i ricorsi del sindacato Nursing Up. Le decisioni del Tribunale, pubblicate il 9 aprile 2025, si fondano sul principio, già affermato dalla Corte d’Appello di Torino, secondo cui il tempo dedicato alla vestizione obbligatoria all’interno del luogo di lavoro costituisce orario di lavoro a tutti gli effetti, in quanto funzionale allo svolgimento delle mansioni e imposto da esigenze igienico-sanitarie.
«Abbiamo mantenuto la promessa che avevamo fatto ai nostri iscritti. La giustizia ha riconosciuto la dignità e il valore del tempo di lavoro. Nursing Up è sempre stato in prima linea nella difesa dei diritti dei lavoratori, garantendo che le loro tutele venissero rispettate», dichiara Claudio Delli Carri, segretario regionale Nursing Up Piemonte. In attesa della conferma in Cassazione, è stato stabilito con chiarezza che il tempo impiegato per la vestizione e svestizione è parte integrante del tempo di lavoro e va remunerato. Le sentenze hanno condannato l’Asl To4 al pagamento delle differenze retributive per il tempo dedicato ai cambi di divisa, oltre agli interessi e alle spese legali.
La battaglia ha avuto un effetto domino, estendendosi rapidamente a livello nazionale grazie alla mobilitazione in numerose aziende sanitarie. «Queste sentenze sono un segnale forte: i diritti dei lavoratori non devono essere schiacciati da interpretazioni restrittive. La vittoria ottenuta è la prova documentata, inequivocabile, della forza della nostra azione», sottolinea Marco Boccacciari, referente sindacale Nursing Up per l’Asl To4. Le somme riconosciute variano in base agli anni di servizio presi in considerazione nei procedimenti. Alcuni lavoratori hanno ottenuto risarcimenti significativi, mentre per gli altri, legati a periodi più brevi, le somme sono proporzionate, ma l’esito complessivo resta un caso guida per le vertenze in corso in altre strutture sanitarie.
«Chi ha creduto in noi oggi raccoglie i frutti di una battaglia condotta con determinazione e trasparenza. Questa vittoria è molto più di un riconoscimento giuridico. È infatti un simbolo di come l’azione collettiva, quando unita da valori condivisi e da una lotta comune. Possa fare la differenza», conclude Delli Carri.