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CANAVESE - Nel 2008, la vita di un pensionato settantenne del Canavese subì un cambiamento radicale: grazie a una vincita al Superenalotto, si ritrovò improvvisamente con un patrimonio di 40 milioni di euro. Single e cassaintegrato, il fortunato vincitore decise di concedersi una serie di lussi, compresa una crociera offerta all’intero paese dove abitava.

Il pensionato decise poi di investire una parte del suo capitale in beni di valore, tra cui opere d'arte, monete da collezione e orologi di lusso. Tuttavia, dietro a queste scelte si nascondeva un raggiro orchestrato con astuzia. Tra il 2014 e il 2018, l’uomo sottoscrisse 14 contratti con un ex agente di vendita, per acquisti che variavano dai 13mila ai 30mila euro ciascuno, pagati tramite addebiti bancari automatici.

Ben presto, però, il pensionato si accorse che qualcosa non quadrava: i continui prelievi dal suo conto destarono sospetti, portandolo ad approfondire la questione. Nel 2019, scoprì che solo i primi due contratti, relativi all’acquisto di due quadri, erano stati effettivamente firmati da lui, mentre gli altri risultavano falsificati. Sentendosi vittima di una truffa per oltre 300mila euro, decise di sporgere denuncia.

Dopo anni di battaglia legale, ieri il tribunale di Torino ha condannato l'agente a un anno e sei mesi di reclusione, con pena sospesa, e ha stabilito una provvisionale di 30mila euro in favore del pensionato, somma pari alle provvigioni indebitamente percepite dall’agente. Tuttavia, il pensionato dovrà ricorrere in sede civile per tentare di recuperare l’intero ammontare della truffa.