Sta facendo il giro del web la foto del veterinario di Caluso, Luciano Ponzetto, insieme a un leone appena abbattuto nel corso di un safari in Tanzania. Foto tratta dal sito internet del club «Safari Italian Chapter» di Biella che, tra le sue finalità, annovera anche la caccia per «la conservazione della fauna nel mondo intero». Gli animalisti, sul web, si sono scatenati. Centinaia di condivisioni e migliaia di commenti hanno popolato i social network nelle ultime ore. In molti casi i commenti riportano insulti e augurano al veterinario di fare una brutta fine. Un caso che ricorda molto da vicino quello del prete di Ozegna, Ciconio e Lusigliè di qualche settimana fa, anche lui alle prese con una battuta di caccia.
Ora, proprio come nel caso del prete, vale la pena sottolineare che non ci sono leggi o regolamenti che impediscano formalmente al veterinario di andare a caccia o di partecipare a dei safari. Sul punto di vista etico, ovvero se è opportuno per un professionista che cura gli animali partecipare a una battuta di caccia ai danni di specie a rischio (come il leone), il dibattito è ovviamente aperto. Ed è proprio su questo che la foto ha scatenato l'ira degli animalisti.
Dal canto suo, Luciano Ponzetto ieri ha diffuso un comunicato stampa nel quale tenta di difendersi proprio su questo piano. «La professione di veterinario non è incompatibile, né sotto il profilo deontologico né sotto quello morale, con attività di caccia o safary, praticate nel rispetto delle vigenti leggi, ove esse possono essere svolte». Secondo il comunicato la circostanza per cui il dottor Luciano Ponzetto è uno stimato veterinario (a cui si rivolgono numerosi colleghi del panorama locale per operazioni chirurgiche e ortopediche di particolare complessità) non può perciò limitare il suo diritto a svolgere attività hobbistiche e queste ultime, a loro volta, non possono essere utilizzate in modo strumentale per ingenerare presso l’opinione pubblica un’immagine negativa, sia moralmente che professionalmente».
Chi lo conosce, anche su internet, ha espresso parole di apprezzamento per il lavoro ineccepibile fin qui portato avanti dal medico di Caluso che, dal 1999, è anche direttore sanitario del canile. Lo sdegno e la rabbia degli animalisti, però, di fronte alla foto eloquente, hanno avuto la meglio in termini di diffusione. Se il web può essere considerato un "moderno" tribunale, il veterinario è stato giudicato colpevole.