Mancherebbero all'appello almeno due milioni di euro dalla maxi-truffa ai danni dei contribuenti messa in atto, secondo le indagini della guardia di finanza, da cinque tributaristi di Caluso. I cinque sono indagati dalla procura di Ivrea. I clienti dello studio truffati sarebbero una trentina. All'appello mancano versamenti Iva, contributi Inps e tasse. Le prime stime parlavano di ammanchi per circa mezzo milione di euro. Stima che, ovviamente, è salita negli ultimi giorni quando al registro degli indagati si sono aggiunti due collaboratori dello studio calusiese.
I reati ipotizzati sono di truffa e appropriazione indebita. Gli accertamenti sono partiti la scorsa estate quando alcuni clienti si sono visti recapitare la cartella esattoriale di Equitalia. I tributaristi avevano comunque rassicurato i clienti: "Abbiamo regolarmente pagato, forse c'è stato un errore". La prima segnalazione è partita da un ristoratore di Rivarolo Canavese che si è trovato da pagare 200 mila euro di contributi ai dipendenti. Soldi che, in realtà, aveva già versato tramite i tributaristi e che, invece, non sono mai arrivati nelle casse dello Stato. Le indagini sono attualmente in corso. Le altre denunce sono arrivate da Ivrea e Caluso, sempre a danno di commercianti della zona.
La vicenda è emersa quando i clienti dello studio sono stati interpellati da Equitalia. Prima nessuno aveva sospettato di nulla.