Si è concluso con una condanna a quattro mesi di reclusione (pena sospesa) il processo che, al tribunale di Ivrea, ha visto imputato Vincenzo Tisone, 33 anni di Rueglio. L'uomo è finito alla sbarra per aver lasciato morire di fame due cani. I fatti risalgono al dicembre del 2012. Il giorno 30 i veterinari dell'Asl To4 e i carabinieri di Vico Canavese scoprono e sequestrano, all'interno di un cascinale della frazione Inverso (tra Traversella e Rueglio) i corpi di due cani, magri ormai da vedere le ossa e attaccati a una catena lunga non più di un metro e mezzo. Secondo il veterinario i cani sono morti di fame.
 
A chiamare i l'Asl sono stati alcuni residenti della zona che hanno segnalato due cani abbandonati. «Erano meticci con il pelo nero e marrone, attaccati a una catena molto corta - ha raccontato in aula il veterinario che è intervenuto sul posto - erano morti per la fame tanto erano smagrite le carcasse. A poca distanza due ciotole rovesciate. Il freddo ha conservato i corpi». Le carcasse sono state poi affidate ai carabinieri e successivamente al canile di Caluso. Uno dei poveri animali aveva il microchip e in questo modo è stato possibile risalire al proprietario. Il giudice lo ha ritenuto colpevole condannandolo a quattro mesi di detenzione, sospendendo l’esecuzione della pena.