Liste dei supplenti pronte ma congelate. Nuove nomine bloccate. Alla fine a pagare il prezzo più alto sono i ragazzi disabili, alcuni dei quali non hanno ancora messo piede nelle rispettive scuole. Si allarga a macchia d’olio il problema che avevamo segnalato l’altro giorno grazie all’associazione Buoni Amici Onlus di Favria (che ha riportato un caso analogo all’istituto 25 aprile di Cuorgnè). In queste ore, infatti, sono arrivate altre segnalazioni di situazioni simili in altre scuole del Canavese. Tutte, purtroppo, con lo stesso problema: se anche gli operatori sono a carico dei consorzi dei servizi socio-assistenziali del territorio, fino a quando non arriverà il via libera da parte del Ministero, non ci sarà modo di garantire l’assistenza ai ragazzi portatori di handicap. Questo significa che in molti casi, a seconda della disabilità, gli studenti sono costretti a rimanere a casa e a iniziare l’anno scolastico in ritardo. Si parla, in molte scuole, addirittura del primo ottobre.
 
Quello che sta succedendo è assolutamente vergognoso. Alcuni genitori ci hanno assicurato che è successo anche negli anni scorsi. La distribuzione delle cattedre (specie nelle scuole superiori) procede comunque a rilento, al netto dei proclami del Governo di turno. La situazione degli insegnanti di sostegno, prevede il buon senso, andrebbe risolta per prima, per evitare che i ragazzi meno fortunati si debbano sorbire altri disagi per colpa della burocrazia e di un sistema che, evidentemente, non funziona. Invece Ministeri e provveditorati hanno pensato bene di affrontare il tema degli insegnanti di supporto per ultimo. E tanti saluti.
 
Non è colpa del 25 Aprile di Cuorgnè, per farla breve, se non ci sono gli insegnanti di sostegno per otto dei dieci alunni diversamente abili iscritti. Il problema è ben più in alto. Nelle stanze dei bottoni dove, nonostante i lauti stipendi, le cose procedono costantemente a rilento. E chissenefrega se i genitori non sanno come gestire i propri figli. Andrà sempre peggio. Che scuola è quella che dimentica i ragazzi meno fortunati? Di sicuro non è una #buonascuola.