I carabinieri della compagnia di Pavullo, in provincia di Modena, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip del Tribunale di Modena, Eleonora Pirillo, nei confronti di un’intera famiglia di origini sinti ben nota in Canavese. In manette Davide Riviera, 60 anni, domiciliato a Montanaro e i due figli Sandro di 37 anni, domiciliato a Sarzana in Liguria, e Cinziano, 22 anni, domiciliato a Chivasso. Tutti e tre sono in carcere a Ivrea e sono accusati, a vario titolo e in concorso tra loro, di tre rapine e nove truffe commesse nei territori di Pavullo, Zocca, Montefiorino, Palagano e Nonantola. Ma gli inquirenti sospettano possano essere molte di più. 
 
Le indagini hanno permesso ai militari dell'Arma di ricostruire il modus operandi di questa famiglia. Le vittime erano infatti tutte persone anziane che abitavano in zone isolate dell'Appennino modenese. I tre si spacciavano, a seconda della situazione, per carabinieri, utilizzando tesserini farlocchi e berretti con la fiamma, oppure come tecnici addetti al controllo delle tubazioni del gas, tecnici dell'Enel o agenti della polizia municipale.
 
Durante una rapina a Palagano erano riusciti a portarsi via 80 mila euro tra soldi e gioielli. Gli accertamenti a carico dei sinti erano partiti il 22 aprile dello scorso anno quando i tre vennero fermati dopo una rapina a Pavullo. A bordo di una Volvo nera la banda aveva anche forzato due posti di blocco dei carabinieri per tentare (fallendo, per fortuna) di sfuggire all'arresto.