Il Governo ha accolto la proposta delle Regioni, e in particolare dell'assessore alla Sanità della Regione Piemonte Antonio Saitta, di introdurre incentivi per i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta che lavorano nei piccoli Comuni e nelle aree montane. Il provvedimento è contenuto all'interno del decreto Calabria, la cui conversione è in questi giorni all'esame del Parlamento. Il testo prevede modalità e forme di incentivo per i medici di famiglia inseriti nelle graduatorie affinché sia garantito il servizio nelle zone carenti di personale medico e allo stesso tempo prevede misure collegate a un'eventuale rinuncia all’incarico. Problema particolarmente sentito in Canavese dove l'Asl To4 si trova spesso di fronte alla carenza di medici di famiglia e pediatri nelle zone montane del territorio.

La difficoltà di reperire medici nei piccoli Comuni e nelle aree montane è un tema che è stato sollevato più volte dai Comuni, dai Sindaci attraverso Uncem, posto agli Assessori regionali alla Sanità e alla Conferenza delle Regioni. Il Presidente Uncem Marco Bussone ha inviato nei giorni scorsi una lettera su questa problematica al Ministro della Salute Giulia Grillo. La proposta accolta - partita dalla Regione Piemonte dopo un efficace confronto con Uncem e Anci - è quella di raggiungere un'intesa con le Amministrazioni comunali e con i sindacati dei medici per garantire la presenza dei medici di famiglia sul territorio, premiando (con incentivi economici) chi sceglierà di associarsi e operare nelle aree a maggiore criticità.

«Battaglia vinta, quella degli incentivi ai medici di famiglia che decidano di restare nelle periferie montane e rurali è una vittoria che sentiamo nostra. Quando si parla di fatti, l'ANCI è in prima linea e i risultati non tardano ad arrivare». Così Alberto Avetta, presidente di ANCI Piemonte e promotore lo scorso mese febbraio, assieme all'assessore regionale Antonio Saitta e al presidente Uncem Marco Bussone, di un patto operativo Comuni-Medici-Regione. «Il Piemonte - continua Avetta - la fa da pioniere, del resto non poteva essere diversamente visto che qui il 90 per cento dei Comuni (circa 1.050) hanno meno di 5000 abitanti e devono fare i conti con la carenza ormai cronica di risorse e servizi».

Il testo all'esame del Parlamento prevede modalità e forme di incentivo per i medici di famiglia inseriti nelle graduatorie disponibili a lavorare nelle zone dove si verifichino carenze di organico.