Potrebbe esserci la mano dell'Ndrangheta, in particolare della famiglia Belfiore, dietro il furto dei tondelli da conio avvenuto la notte tra il 21 ed il 22 settembre 2011. Più di tremila tondelli grezzi da 1 euro, più altri 700 mila da 20 centesimi, per un valore, una volta assemblati e coniati, di quasi 4 milioni. Il carico proveniente dalla Verres Spa, era stato intercettato all'altezza del casello di Albiano lungo la Torino Aosta e dirottato in Canavese.

Il materiale nascosto in un capannone ad Ozegna sarebbe dovuto partire pochi giorni dopo alla volta di Roma, dove uno “stampatore” vicino agli Alvaro, avrebbe trasformato i tondelli in monete da due euro grazie ad un conio rubato in Francia. Il nascondiglio era stato però scoperto dalle forze dell'ordine, che grazie ad una soffiata erano riuscite a mandare in fumo l'affare. Un brutto scherzo, giocato probabilmente dalle famiglie locali, che non avevano digerito di non essere state interpellate sull'affare. La vicenda è emersa grazie alle rivelazioni di un pentito che tre mesi fa ha iniziato a collaborare con la giustizia.

Le affermazioni verranno vagliate dai difensori degli otto imputati per la rapina al portavalori. Secondo quanto riferito dal collaboratore di giustizia sarebbe stato Giuseppe Belfiore a suggerire la rapina, ma alla fine i rapinatori si sarebbero ritrovati con un carico che a mala pena avrebbe permesso di fruttare 10 mila euro.