In tutto i canavesani a Tunisi sono 25 e sono partiti tutti con il gruppo della Fidas, i volontari donatori di sangue, di Agliè che comprende iscritti da mezzo Canavese. Il gruppo si stava recando al museo proprio nel corso dell'attentato terroristico. “Avevamo salutato l’altro gruppo mezz’ora prima – racconta Eugenio Bonino, responsabile del gruppo dei canavesani – noi saremmo dovuti arrivare al Museo poco dopo. E’ stata una questione di fortuna. Quello che è successo è pazzesco”.
Il gruppo ripartirà alla volta dell’Italia non prima di domani sera, secondo quanto la Farnesina ha comunicato loro. “Non sappiamo ancora chi sono i feriti, chi è finito in ospedale, chi, purtroppo è stato colpito – aggiunge Bonino, raggiunto telefonicamente intorno alle 21 – la polizia ci ha improvvisamente portati al porto. Noi non sapevamo che cosa stava accadendo. Ci hanno tenuto all’oscuro di tutto”. Il viaggio doveva essere dal 15 al 22 marzo. La comitiva doveva visitare il museo in due gruppi: il secondo, quello dei canavesani, è stato avvisato appena in tempo dell'attacco terroristico ed è rimasto fuori dal museo.
La fuga è avvenuto mentre il gruppo di canavesani stava ripartendo da Cartagine, che si trova sul lato orientale del Lago di Tunisi. Improvvisamente la polizia è arrivata in forze, ha fatto salire i turisti sul pullman e li ha «spediti» al porto. Il gruppo, fino alla tarda serata, non era al corrente del tragico bilancio dell'attentato. 24 i morti dell'assalto. Di questi quattro sono italiani. Sull'attentato pesa l'ombra dell'Isis.